La Perugia che non funziona
Le segnalazioni dei cittadini
Certo non si può avere la perfezione ma a tutto c'è un limite: anche alla "non perfezione"!
La buona politica di un Comune inizia dal risolvere le necessità più utili e necessarie ai cittadini come, ad esempio, la manutenzione di strade e le infrastrutture ecc... che siano, sempre, adeguate alle loro necessità.
(Le segnalazioni possono essere indirizzate a: newscitypg@gmail.com )

Il nodo stradale (più che altro politico) di Perugia!
Il
dibattito sul Nodo di Perugia è uno dei temi più che
dividono la
politica locale e regionale, con posizioni chiare da parte dei vari
partiti. Le motivazioni addotte da ciascuno riflettono visioni
diverse sullo sviluppo del territorio, sulla gestione del traffico e
sull'impatto ambientale.
Partiti
a favore del Nodo di Perugia.
Generalmente,
i partiti di centro-destra (Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia)
sono i principali sostenitori del progetto. Le loro argomentazioni si
basano su:
Necessità
strategica: il Nodo è visto come un'opera strategica per lo sviluppo
economico dell'Umbria. Si sottolinea che l'isolamento
infrastrutturale della regione ha penalizzato la crescita economica
per decenni e che un'opera di questo tipo è fondamentale per colmare
il divario.
Decongestione
del traffico: si ritiene che la nuova arteria sia l'unica soluzione
per alleggerire il traffico che oggi paralizza la città, in
particolare in zone sensibili come il viadotto dei Volumni e Ponte
San Giovanni.
Miglioramento
della sicurezza: la realizzazione di una strada moderna e a
scorrimento veloce è presentata come un modo per ridurre gli
incidenti stradali, separando i flussi di traffico.
Responsabilità
politica: i partiti di centro-destra accusano gli avversari di
ambiguità e di mancanza di coraggio nel prendere decisioni
importanti per il futuro della città.
Partiti
contrari o dubbiosi.
I
partiti di centro-sinistra e in particolare Movimento 5 Stelle e
Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), si dimostrano scettici o decisamente
contrari alla realizzazione del Nodo. Le loro motivazioni
includono:
Inefficacia
dell'opera: si basano su studi che, secondo loro, dimostrerebbero che
il "Nodino" (il primo stralcio tra Collestrada e Madonna
del Piano) porterebbe solo una minima riduzione del traffico,
insufficiente a giustificare l'investimento.
Impatto
ambientale e paesaggistico: si sottolinea l'impatto devastante che la
costruzione avrebbe su aree naturali, agricole e paesaggistiche di
grande valore. Si preferisce la tutela dell'ambiente a un progetto
che ritengono superato.
Carenza
di fondi: si mette in discussione la fattibilità economica del
progetto, sostenendo che al momento non ci sono i finanziamenti
necessari e che l'opera potrebbe rimanere bloccata per
anni.
Alternative
di mobilità: si promuovono soluzioni alternative, come il
potenziamento del trasporto pubblico (inclusa la mobilità su ferro),
la riorganizzazione della viabilità esistente e la promozione di una
mobilità sostenibile, considerate più adatte alle esigenze attuali
e future della città.
In
sintesi, la discussione politica sul Nodo di Perugia non è solo
tecnica o economica, ma riflette una profonda divergenza di visioni:
da una parte, chi vede nelle grandi infrastrutture la chiave per lo
sviluppo e il superamento del "gap" umbro; dall'altra, chi
ritiene che il futuro debba passare per la sostenibilità, la tutela
del territorio e una mobilità basata su soluzioni alternative.
E la storia continua!!!
Giampiero Tamburi (coordinatore associazione gruppo informale "Perugia Social City")

SICUREZZA PERCEPITA E REALE DI PERUGIA?
L' associazione "Perugia Social City" la vede in modo differente!
Sulla base delle informazioni disponibili, si può affermare che a Perugia, come in molte altre città, la sicurezza è un tema complesso, con percezioni e dati che non sempre coincidono.
Percezione
e dati sulla sicurezza
La
percezione di insicurezza a Perugia è un argomento che ricorre nel
dibattito pubblico e politico. Recentemente, si sono registrati
appelli e richieste di interventi straordinari contro episodi di
violenza e degrado, in particolare nel centro storico e in zone come
Fontivegge. Questo ha portato all'intensificazione dei controlli da
parte delle forze dell'ordine per ridurre la sensazione di
insicurezza.
Secondo
un'indagine Istat condotta tra il 2022 e il 2023, pur sentendosi
sicuri a camminare da soli di sera nella propria zona, molti umbri
(incluso il territorio di Perugia) hanno espresso preoccupazione per
furti in casa, scippi, rapine e aggressioni.
Per
quanto riguarda i dati ufficiali, la situazione appare più
articolata:
Un
rapporto del Ministero dell'Interno del 2024 indica che il numero
totale di reati denunciati a Perugia è diminuito del 37% negli
ultimi dieci anni, un dato significativo che suggerisce un
miglioramento della situazione generale.
Tuttavia,
alcuni tipi di reati, come i furti in abitazione, mostrano un tasso
superiore alla media nazionale e del Centro Italia.
Allo
stesso modo, sono aumentate le segnalazioni di aggressioni contro
operatori sanitari nella regione.
Risposte
istituzionali
Le
istituzioni locali e nazionali hanno riconosciuto la problematica e
stanno adottando misure per affrontarla:
Nel
2024 è stato deciso un incremento dei controlli nel centro storico e
in altre aree sensibili della città, con pattuglie congiunte di
Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia
Locale.
Le
forze dell'ordine di Perugia hanno potenziato la loro attività, con
migliaia di servizi esterni, controlli su persone e mezzi, e un
aumento degli arresti, in particolare per reati legati agli
stupefacenti.
Inoltre,
sono stati annunciati e in parte già realizzati rinforzi di
personale per la Questura di Perugia, con nuove unità assegnate per
migliorare il presidio del territorio.
In
sintesi, mentre la percezione di insicurezza persiste e si manifesta
in specifici contesti urbani, i dati a lungo termine indicano una
diminuzione complessiva dei reati nel capoluogo umbro.
Le autorità stanno rispondendo con un aumento della presenza e dei controlli sul territorio per affrontare sia la realtà dei crimini che la percezione di insicurezza dei cittadini.
Giampiero Tamburi (coordinatore Associazione gruppo informale "Perugia Social City)
Le formiche minacciano le piante secolari dei giardini del Frontone: urge un intervento
Perugia
- I giardini del Frontone, un'oasi di tranquillità e storia nel
cuore di Perugia, sono in pericolo.
Un'incuria
che rischia di compromettere la salute e la stabilità delle sue
piante secolari, minacciate dall'azione implacabile delle
formiche.
Le
formiche, infatti, stanno scalzando le radici di questi alberi
monumentali, creando vuoti sotterranei che ne compromettono
l'ancoraggio al terreno. Ma
non solo: aggrediscono, anche con discreto successo, il tronco
stesso!
Aumenta
così in modo esponenziale il rischio di caduta, con gravi pericoli
per la pubblica incolumità e un danno incalcolabile al patrimonio
verde della città.
In
questa
pericolosa
situazione,
denunciata da tempo da cittadini , si
associa anche "Perugia Social City" evidenziando e denunciando
ciò
che
è
un
evidente
sintomo di una cattiva manutenzione che il Comune di Perugia non può
più ignorare.
Non
si tratta di un problema improvviso, ma del risultato di un'assenza
di interventi preventivi e di un monitoraggio costante che dovrebbe
essere la norma in luoghi di tale valore storico e naturalistico.
È
incomprensibile come un bene comune così prezioso venga trascurato,
lasciando che un problema apparentemente piccolo, come la presenza di
formiche (o
qualsiasi altro parassita sia),
si trasformi in una minaccia seria.
Le
amministrazioni comunali hanno il dovere di tutelare il proprio
patrimonio, e in questo caso l'inerzia dimostrata è preoccupante.
I
giardini del Frontone non sono solo un parco, ma un pezzo di storia
di Perugia. Queste
piante, sicuramente, hanno visto la liberazione di Perugia, con il
sacrificio della vita di molti cittadini, nella liberazione della
città dal Papato.
Ed ora, è un luogo dove i cittadini si incontrano, passeggiano e si godono momenti di relax.
La
loro salvaguardia non è solo una questione estetica, ma un atto di
rispetto verso la storia e l'identità della città.
"Perugia
Social City"
chiede a gran voce un intervento immediato da parte del Comune: un
sopralluogo tecnico, una valutazione del rischio e l'adozione di
misure urgenti per la disinfestazione e la messa in sicurezza delle
piante, ove
ce ne fosse bisogno.
È giunto il momento di agire, prima che sia troppo tardi.
Giampiero Tamburi (coordinatore Associazione gruppo informale "Perugia Social City")
Mini spazi verdi: una manutenzione che non c'è!
"Perugia Social City" non si dimenticherà mai di portare costantemente all'attenzione dell'amministrazione competente, questo necessario aspetto per il benessere dei cittadini.
Non c'è dubbio che l'immagine di una città si rifletta anche, e soprattutto, nella cura dei suoi spazi verdi. A Perugia, la situazione dei piccoli giardini pubblici, sparsi per la città sta diventando un tema di crescente polemica.
In
molti si chiedono perché il Comune sembri trascurare proprio questi
"mini-spazi", lasciandoli in uno stato di evidente
abbandono.
Aiuole
incolte, erba alta che invade i marciapiedi e panchine rotte sono
solo alcune delle segnalazioni che arrivano quotidianamente dai
residenti. Questi non sono semplici dettagli: sono segnali di
un'amministrazione che, almeno in apparenza, non considera la
manutenzione del piccolo
verde
urbano una priorità.
Ci
si domanda se manchino le risorse, se ci sia un problema
organizzativo o se, più semplicemente, l'attenzione sia concentrata
solo sui grandi parchi e sulle aree più visibili.
Eppure,
sono proprio questi piccoli polmoni verdi a migliorare la qualità
della vita nei quartieri, a offrire un momento di pausa agli anziani,
un luogo di gioco per i bambini e un po' di ristoro per chi cammina.
La loro trascuratezza non è solo un problema estetico, ma incide
direttamente sul benessere dei cittadini.
È
tempo che l'amministrazione perugina si interroghi seriamente su
questa problematica.
Non si tratta di chiedere interventi faraonici, ma di garantire una manutenzione costante e dignitosa che dimostri rispetto per i cittadini e per la città stessa.
Perché un grande parco curato è importante, ma una città che si prende cura anche dei suoi angoli più piccoli è una città che funziona davvero.
Giampiero Tamburi (coordinatore Gruppo informale "Perugia Social City")
PERUGIA SOMMERSA DAI RIFIUTI
L'emergenza di una città che non sa più differenziare.
L'immagine
di una Perugia bella e "verde" si scontra ogni giorno con
una realtà ben diversa: quella dei cassonetti stracolmi, dei rifiuti
che debordano sui marciapiedi e di una gestione del servizio di
raccolta che sembra non riuscire a tenere il passo con le esigenze
della città. Il problema non riguarda solo l'estetica e l'igiene, ma
solleva interrogativi sulla reale efficacia delle politiche
ambientali e sull'adeguatezza degli investimenti in un settore
cruciale.
Il
fallimento del modello del porta a porta, pur se lodato per la sua
efficacia in altre città, a Perugia sembra essere stato introdotto
in modo frammentario e disorganico. Le zone coperte dal servizio
convivono con quelle in cui ancora si affidano ai cassonetti, creando
confusione e disomogeneità. Questo sistema ibrido non ha portato i
risultati sperati, lasciando i cassonetti nelle zone non coperte in
balia di un uso improprio e di conferimenti selvaggi.
L'azienda
incaricata del servizio, Gesenu, è spesso al centro delle critiche.
Le segnalazioni di mancati ritiri, di cassonetti non svuotati per
giorni, e di disservizi sono all'ordine del giorno sui social e nelle
comunicazioni ai cittadini. "Perugia
Social City" si
chiede se l'azienda abbia le risorse e l'organizzazione necessarie
per gestire un servizio così complesso, o se il contratto di
affidamento sia inadeguato a garantire standard di qualità
elevati.
In
oltre, la
gestione dello smaltimento è un altro nervo scoperto. L'impianto di
Ponticelli, (il
quale sarà oggetto di un prossimo articolo)
sebbene fondamentale, è da tempo oggetto di dibattito per la sua
saturazione e per la necessità di un ammodernamento che tarda ad
arrivare. Il rischio concreto è che la città non abbia un luogo
idoneo per trattare i propri rifiuti, finendo per dover ricorrere a
soluzioni costose e inquinanti come il trasporto in altre
regioni.
Poi
c'è da aggiungere che se
da un lato il servizio presenta evidenti criticità, dall'altro non
si può ignorare la responsabilità di una parte della cittadinanza.
Abbandono di rifiuti, conferimento di materiali non idonei nei
cassonetti e mancato rispetto delle regole sono fenomeni diffusi. A
questo si aggiunge la scarsità di controlli e di sanzioni, che
rendono il mancato rispetto delle norme quasi privo di
conseguenze.
In
definitiva, i
disservizi nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti hanno un
impatto diretto sulla qualità della vita dei cittadini,
sull'ambiente e sull'immagine turistica della città. Inoltre, la
gestione inefficiente si traduce in costi più alti, che alla fine
gravano sulle bollette della TARI, senza garantire un servizio
all'altezza delle aspettative.
Di
conseguenza l'emergenza
rifiuti a Perugia non può più essere trattata come un problema
occasionale. È il sintomo di una gestione lacunosa, di
un'organizzazione del servizio da rivedere e di una politica
ambientale che non ha saputo dare risposte chiare ed efficaci. Per
uscire da questa situazione, servono investimenti mirati, una
revisione profonda del modello di raccolta, un controllo più serrato
e una campagna di sensibilizzazione seria e costante. Solo così
Perugia potrà tornare a essere una città pulita e rispettosa
dell'ambiente che la circonda.
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)

NON È CORSO VANNUCCI MA È PUR SEMPRE PERUGIA!
Via
Jacopone da Todi, la strada "gruviera" che Perugia finge di
non vedere.
Perugia,
città d'arte, cultura e... buche. Se c'è una via che incarna
perfettamente il degrado della rete stradale cittadina, quella è
senza dubbio via Jacopone da Todi. Stiamo
parlando di una strada secondaria, non
di un'arteria importante che collega il centro a zone residenziali e
commerciali, ma
non per questo meno importante per chi vi abita.
E il suo stato è a dir poco imbarazzante.
Avventurarsi
su via Jacopone da Todi è un'impresa degna di un rally, un slalom
continuo per evitare buche che sembrano più crateri che semplici
dissesti. Avvallamenti, crepe profonde e rattoppi che cedono dopo
pochi giorni rendono il tragitto un vero incubo per chi
la percorre,
con il rischio costante di danneggiare i veicoli o, peggio ancora, di
provocare incidenti.
La
situazione è il manifesto di una manutenzione stradale assente o,
peggio, inadeguata. I cittadini denunciano da tempo il problema, ma
le risposte dell'amministrazione, quando
ci sono,
sembrano limitarsi a interventi tampone che non risolvono il problema
alla radice. Un po' di asfalto versato in fretta e furia, che poi
cede alle prime piogge o al passaggio di un mezzo pesante, è una
soluzione che non è più accettabile.
È
un problema di sicurezza, ma anche di decoro urbano. Una città che
si presenta con strade in queste condizioni dà un'immagine di
trascuratezza che non le rende giustizia. I residenti
di quella via, come il resto dei cittadini,
pagano le tasse per avere servizi efficienti, tra cui strade sicure e
ben tenute.
È
ora che l'amministrazione comunale affronti seriamente la questione.
Via Jacopone da Todi non è un caso isolato, ma è uno degli esempi
più eclatanti di una politica di manutenzione stradale che deve
essere rivista dalle fondamenta. I perugini, compresi
anche i residenti di quella via, se non li vogliamo considerare
cittadini di serie "B",
meritano di più: non solo rattoppi precari, ma una riqualificazione
completa e duratura che restituisca dignità e sicurezza a una delle
vie che
sembrano proprio dimenticate dalla nostra amministrazione comunale.
Ma se l'amministrazione si è dimenticata di via Jacopone da Todi un fatto e certo; i residenti di quella via non si dimenticano di come non sono considerati e non soddisfatti nelle loro esigenze primarie, almeno per i rimanenti quattro anni che devono passare per il rinnovo delle cariche amministrative della città.
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)
La Storia Nascosta della Fonte dei Tintori
in Via San Galigano a Perugia
il convento di San Francesco al Prato alla fonte stessa, a testimonianza di un'attenta e capillare gestione delle risorse idriche nell'area sin dai tempi antichi.La Fonte dei Tintori, di autore ignoto, fu realizzata a spese del Collegio dei Tintori, le cui botteghe erano concentrate nel rione della Conca. Il nome stesso del rione, "Conca", potrebbe derivare proprio dall'attività di "concia" delle pelli, ulteriore indicazione della vocazione artigianale e idrofila della zona.
Dal punto di vista architettonico, come si vede dalla foto, il manufatto è costituito da una pianta simmetrica formata dalla giustapposizione di tre vani voltati a botte, disposti parallelamente alla via e aperti verso di essa. Il vano centrale è più ampio e di forma quasi quadrata, mentre i due laterali sono rettangolari.
La Fonte dei Tintori non è solo un monumento architettonico, ma un vero e proprio "libro di pietra" che racconta la storia di Perugia, delle sue corporazioni, delle sue esigenze idrauliche e della sua incessante ricerca di bellezza e funzionalità. Rappresenta un importante tassello per comprendere l'evoluzione urbanistica e sociale della città, un luogo dove la memoria storica si fonde con la suggestione del fluire dell'acqua, testimone silenzioso di secoli di attività e trasformazioni.
Il Restauro e le Potenzialità Inespresse
In passato, la fonte presentava evidenti segni di degrado dovuti all'erosione, alle crepature e all'inquinamento atmosferico. Muschi e vegetazione infestante ne ricoprivano le superfici, nascondendo alla vista la sua bellezza originaria.
Fortunatamente, negli ultimi anni, grazie all'impegno dell'amministrazione comunale, la Fonte dei Tintori è stata oggetto di importanti interventi di restauro, spesso resi possibili grazie a iniziative come l'Art Bonus. Questi lavori hanno permesso la ripulitura delle superfici in muratura e travertino, la stuccatura, l'integrazione delle parti mancanti, il rifacimento del marciapiede antistante e la sistemazione dell'area circostante. Grazie a questi interventi, è stato possibile ammirare nuovamente dettagli nascosti, come un Grifo scolpito su pietra serena, simbolo della città di Perugia.
Tuttavia, in tutto questo lavoro, emerge un grande interrogativo: non si riesce a comprendere perché l'intervento non sia stato portato a termine in modo completo. Non mi riferisco al restauro in sé, ma al fatto che l'amministrazione non abbia pensato a come mettere in risalto questo importante momento storico della nostra città, offrendo maggiore pubblicità e accessibilità alla sua ammirazione ed alla storia per chiunque fosse interessato.
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)

Il "Fontone" nel Parco Sant'Anna:
Una memoria risorgimentale dimenticata.
Il
"Fontone" del Parco del Vallone Sant'Anna offre uno scorcio
affascinante della storia risorgimentale della nostra città. Questo
piccolo monumento, carico di memoria, è visibile all'interno del
parco, precisamente verso nord, ma è stato dimenticato dai cittadini
e, soprattutto, dall'amministrazione comunale.
I
garibaldini, protagonisti audaci dell'unificazione italiana, usavano
il "Fontone" come riparo strategico dalle cannonate che
partivano dalla Rocca Paolina, fortezza simbolo del potere papale e
austero baluardo difensivo. È straordinario pensare come quel luogo,
al
pari dell'insurrezione dei cittadini al Borgo XX Giugno, che
oggi passa quasi inosservato, abbia vissuto momenti di vera tensione
storica. La Perugia del XIX secolo era, infatti, un crocevia di
ribellione e passione patriottica.
Spesso,
piccoli monumenti come il "Fontone" finiscono nell'ombra,
non per mancanza di valore storico, ma perché non rientrano nei
grandi circuiti turistici o culturali. Eppure, questo monumento alla
storia cittadina ha avuto un ruolo cruciale: secondo la tradizione,
fu proprio lì che, oltre a offrire un prezioso riparo, i garibaldini
trovarono l'acqua necessaria durante la presa di Perugia nel 1859. Un
dettaglio importante che racconta la storia "dal basso",
fatta di gesti concreti e luoghi quotidiani.
Perché
questi piccoli ma importantissimi monumenti storici vengono
trascurati?
Le
ragioni sono molteplici:
Mancanza
di fondi per la manutenzione e la valorizzazione.
Scarso
coinvolgimento delle comunità locali.
Priorità
data ai monumenti più "visibili" o famosi.
Difficoltà
nel raccontare la storia in modo coinvolgente.
Cosa
si potrebbe fare per valorizzarli?
Diverse
iniziative potrebbero riportare questi luoghi alla luce:
Creare
percorsi storici alternativi che includano questi siti.
Coinvolgere
scuole e associazioni in progetti di memoria attiva.
Utilizzare
QR code o app per narrare la storia direttamente sul posto.
Questo
e molto altro si potrebbe fare nel rispetto della storia della nostra
città. Ma, prima di tutto, è necessaria un'azione fondamentale:
l'amministrazione comunale dovrebbe intervenire per il ripristino
strutturale di questo monumento al Risorgimento italiano, troppo a
lungo trascurato.
Come
si evince dalle foto, il suo stato attuale è ridotto a quello di
un'inutile discarica cittadina colma
di liquame di piccione
e,
purtroppo molto spesso, rifugio dei senzatetto, tossicodipendenti ed
altro.
È tempo di restituire dignità a un pezzo così significativo della
nostra memoria collettiva.
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)
Perugia: Il degrado delle ex segreterie universitarie di Via Tuderte.
Una
ferita aperta nel cuore del quartiere
Pallotta.
Perugia,
città ricca di storia e cultura, sembra a tratti dimenticare i
propri obblighi
sociali, morali ed estetici,
lasciandoli cadere in un lento e inesorabile oblio. È il caso,
emblematico e purtroppo non isolato, delle ex segreterie
universitarie di Via Tuderte, nella zona della Pallotta. Abbandonate
da lunghissimi
anni, queste strutture, un tempo fulcro della vita accademica
cittadina (e
ancora prima filiale FIAT),
sono oggi un triste monumento al degrado, un pugno nell'occhio per i
residenti e una macchia indelebile sull'immagine del comune.
Le
ex segreterie universitarie, situate in una zona strategica e
densamente abitata, sono state abbandonate, appunto
dall'Ateneo universitario,
in seguito al trasferimento delle funzioni altrove. Da allora,
l'edificio è diventato una vera e propria cattedrale nel deserto.
Mura
scrostate, erbacce che crescono rigogliose ovunque, e un'aria
generale di abbandono che grida vendetta. Non si tratta di un
semplice invecchiamento strutturale, ma di una palese mancanza di
cura e programmazione da parte dell'amministrazione comunale che
non interviene nei confronti dei proprietari.
Simbolo
statico di una
quotidianità compromessa!
L'abbandono
di un edificio di queste dimensioni e in una posizione così centrale
non è un fatto di
poco conto,
ma una problematica che si ripercuote quotidianamente sulla vita dei
residenti
le cui conseguenze
sono molteplici e gravi.
Un
edificio abbandonato è, per sua stessa natura, un richiamo per
attività illecite. Spesso diventa rifugio per senzatetto,
tossicodipendenti o persone che cercano riparo, aumentando il rischio
di furti, spaccio e atti di vandalismo nella zona circostante. I
residenti si sentono meno sicuri, soprattutto nelle ore serali,
vivendo con la costante preoccupazione per la propria incolumità e
quella dei propri beni.
Per
quanto poi riguarda l'aspetto della salute, l'accumulo
di rifiuti, la proliferazione di insetti e roditori attirati
dall'incuria, e la mancanza di manutenzione rendono l'area un
potenziale focolaio di infezioni e un serio problema
igienico-sanitario per le abitazioni circostanti: il senso di
sporcizia è palpabile.
Altro
aspetto da non sottovalutare è la
vista di un edificio in rovina che
incide pesantemente sul decoro urbano della zona. Ciò non solo mina
l'orgoglio dei residenti e la loro percezione di vivere in un
quartiere non
curato,
ma ha anche un impatto diretto sul valore degli immobili circostanti.
Nessuno desidera acquistare o affittare una proprietà che si
affaccia su un'area così degradata.
Da
non sottovalutare, poi, che un
edificio di tali dimensioni, se recuperato, potrebbe essere destinato
a svariati scopi utili per la comunità: centri sociali, spazi
culturali, associazioni, servizi per i giovani o per gli anziani.
L'abbandono, quindi, non è solo un danno estetico, ma anche una
perdita di opportunità per lo sviluppo sociale e culturale del
quartiere e dell'intera città.
In
buona sostanza i
residenti si sentono dimenticati dalle istituzioni. Le ripetute
segnalazioni, da
parte della nostra associazione (Perugia Social City),
sempre
cadute nel vuoto, generano un senso di frustrazione e impotenza. La
percezione è quella di un'amministrazione distaccata dalle reali
esigenze dei cittadini, incapace di intervenire su problematiche che,
per quanto locali, hanno un impatto profondo sulla qualità della
vita.
Ancora
una volta l'appello
al Comune è categoricamente
quello
di agire!
Il
Comune di Perugia ha il dovere di intervenire con urgenza presso
i proprietari dell'immobile per far cambiare la precaria
situazione.
Non si tratta solo di una questione di decoro, ma di sicurezza,
salute pubblica e giustizia sociale. Le opzioni sono diverse:
dall'imposizione
ai proprietari
per
obbligarli ad una immediata riqualificazione,
alla messa a bando per progetti sociali o culturali, fino a un
intervento diretto di recupero e riutilizzo pubblico.
Lasciare
che un bene così strategico continui a marcire è un lusso che
Perugia non può permettersi. È tempo che le ex segreterie di Via
Tuderte cessino di essere un simbolo di abbandono e tornino a vivere,
diventando un'opportunità di rinascita per il
quartiere
e per l'intera comunità perugina. I residenti della zona, e con loro
l'intera città, attendono risposte e, soprattutto, azioni concrete.
Il tempo delle promesse è finito, è ora di passare ai fatti.
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)
L'ABBANDONO DEL VERDE URBANO MINORE:
Un'Amministrazione a Secco di Manutenzione a Perugia.
Perugia
meriterebbe una cura e un'attenzione al dettaglio che, purtroppo,
sembrano mancare nella gestione attuale degli spazi verdi pubblici di
piccole dimensioni. Se i grandi parchi e le aree più visibili
ricevono talvolta interventi, seppur non sempre impeccabili, è nei
fazzoletti di verde incastonati tra le vie che l'amministrazione
comunale mostra la sua più lampante carenza.
È
un problema che va ben oltre la semplice estetica. In
verde minimo
pubblico trascurato è sintomo di una mancanza di attenzione per il
benessere dei cittadini e per la qualità della vita urbana.
Questa
negligenza nella manutenzione ordinaria ha conseguenze dirette e
indirette. In primo luogo, depaupera il patrimonio naturale della
città, rendendo gli spazi meno gradevoli e meno fruibili. Un piccolo
spazio
verde
ben curato, anche se di modeste dimensioni, può rappresentare un
punto di respiro, un'oasi di bellezza in un contesto urbano. Al
contrario, un'area verde abbandonata diventa un ricettacolo di
sporcizia e degrado, contribuendo a un senso generale di abbandono e
trascuratezza che si ripercuote sull'immagine complessiva della
città: esempio
lampante nella foto
a corredo del piccolo spazio verde in fondo alla via Cino da
Pistoia.
In
secondo luogo, la mancanza di manutenzione del verde minore denota
una scarsa programmazione e un'assenza di visione da parte
dell'amministrazione. Non si tratta solo di tagliare l'erba (minimi
interventi che neanche quelli vengono eseguiti, molto spesso, con
regolarità)
ma di una gestione oculata che preveda potature regolari,
sostituzione delle essenze morte, controllo delle malattie e una
pianificazione delle fioriture stagionali. Questi interventi, seppur
apparentemente minori, richiedono una competenza e una continuità
che al momento sembrano disattese.
Ci
si chiede se l'amministrazione comunale sia consapevole del valore
intrinseco di questi piccoli polmoni verdi. Non sono semplici
riempitivi urbani, ma elementi fondamentali per la biodiversità, per
la regolazione termica, per l'assorbimento delle polveri sottili e
per il benessere psicologico dei residenti. Ignorarli significa non
comprendere il ruolo cruciale che il verde pubblico
minore
gioca nella costruzione di una città sostenibile e vivibile.
È
tempo che l'amministrazione di Perugia prenda atto di questa evidente
lacuna e intervenga con urgenza. Non bastano sporadici interventi
"tampone" ma
è
necessaria una strategia a lungo termine che preveda investimenti
concreti nella manutenzione, con particolare attenzione ai piccoli
spazi che, pur essendo diffusi e numerosi, sembrano essere i più
dimenticati.
I
cittadini perugini meritano una città non solo bella da visitare, ma
anche piacevole da vivere in ogni suo angolo, dal più grande al più
piccolo. La cura dei dettagli, inclusa quella del verde urbano
minore, è il primo passo per dimostrare un reale impegno verso la
qualità della vita e il rispetto per il patrimonio comune.
Giampiero Tamburi (Coordinatore "Perugia Social City")
DEGRADO DEL PARCO RIMBOCCHI (e non solo)
L'erba è stata tagliata!
Dopo una marea di proteste da parte dei residenti l'erba è stata tagliata!
Una goccia di decoro su un mare di degrado!
Tanto per dirne alcune:
l'illuminazione è inesistente; come pure panchine inutilizzabili.
Giochi per bambini talmente esigui che si perdono in uno spazio infinito, quando sono utilizzabili!
Dulcis in fundo, ma non ultima cosa, accessi al parco per nulla percorribili con sicurezza, come una discesa talmente ripida e combinata male che il solo affrontarla mette in pericolo anche le gambe più buone o una scalinata che per come è ridotta (nelle foto molto visibile) fa vergogna anche solo a chiamarla tale, adatta solo a rompersi qualche osso.
Il
Parco Rimbocchi di Perugia è un'area verde che ancora
versa
in condizioni di grave degrado. L'associazione "Perugia Social
City" ha più volte denunciato questa situazione nel corso degli
anni, sottolineando la necessità di interventi da parte
dell'amministrazione comunale.
Ecco
la storia
più
significativa degli
interventi e delle segnalazioni dell'associazione:
-
2019:
L'associazione "Perugia: Social City", tramite Giampiero
Tamburi, segnala lo stato di abbandono del parco, con strutture
fatiscenti, scarsa illuminazione e un livello di incuria che lo rende
inutilizzabile per la collettività. Evidenziava,con
ciò,
la necessità di una riqualificazione che andasse oltre la semplice
gestione ordinaria e che considerasse il parco come un luogo vitale
per i residenti.
- 2022:
In occasione di un evento chiamato "Elce & Friends",
svoltosi al Parco Rimbocchi, l'associazione ha partecipato,
dimostrando il suo impegno nel cercare di rivitalizzare l'area.
L'evento ha visto la partecipazione di altre associazioni e attività
commerciali, con l'obiettivo di offrire momenti di svago e
socializzazione.
-2025
(recentemente): Nelle ultime settimane, il degrado del parco è
tornato al centro dell'attenzione mediatica. Diversi articoli di
giornale riportano le denunce dei residenti e delle associazioni, tra
cui "Perugia Social City", che lamentano la presenza di
erbacce alte, rifiuti abbandonati e un'assoluta mancanza di
manutenzione. Si sottolinea come il parco, un tempo luogo di incontro
per famiglie, bambini e sportivi, sia ora inaccessibile e
insicuro.
In
sintesi, l'associazione "Perugia Social City" ha una storia
di interventi e segnalazioni che risale ad anni fa, evidenziando
costantemente il degrado del Parco Rimbocchi e chiedendo
all'amministrazione comunale di agire con urgenza. Le denunce più
recenti del giugno 2025 mostrano che la situazione non è migliorata
e che il problema persiste.
A questPerugia meriterebbe una cura e un'attenzione al dettaglio che, purtroppo, sembrano mancare nella gestione attuale degli spazi verdi pubblici di piccole dimensioni. Se i grandi parchi e le aree più visibili ricevono talvolta interventi, seppur non sempre impeccabili, è nei fazzoletti di verde incastonati tra le vie che l'amministrazione comunale mostra la sua più lampante carenza.
È un problema che va ben oltre la semplice estetica. In verde minimo pubblico trascurato è sintomo di una mancanza di attenzione per il benessere dei cittadini e per la qualità della vita urbana.
Questa negligenza nella manutenzione ordinaria ha conseguenze dirette e indirette. In primo luogo, depaupera il patrimonio naturale della città, rendendo gli spazi meno gradevoli e meno fruibili. Un piccolo spazio verde ben curato, anche se di modeste dimensioni, può rappresentare un punto di respiro, un'oasi di bellezza in un contesto urbano. Al contrario, un'area verde abbandonata diventa un ricettacolo di sporcizia e degrado, contribuendo a un senso generale di abbandono e trascuratezza che si ripercuote sull'immagine complessiva della città: esempio lampante nel filmato a corredo del piccolo spazio verde in fondo alla via Cino da Pistoia.
In secondo luogo, la mancanza di manutenzione del verde minore denota una scarsa programmazione e un'assenza di visione da parte dell'amministrazione. Non si tratta solo di tagliare l'erba (minimi interventi che neanche quelli vengono eseguiti, molto spesso, con regolarità) ma di una gestione oculata che preveda potature regolari, sostituzione delle essenze morte, controllo delle malattie e una pianificazione delle fioriture stagionali. Questi interventi, seppur apparentemente minori, richiedono una competenza e una continuità che al momento sembrano disattese.
Ci si chiede se l'amministrazione comunale sia consapevole del valore intrinseco di questi piccoli polmoni verdi. Non sono semplici riempitivi urbani, ma elementi fondamentali per la biodiversità, per la regolazione termica, per l'assorbimento delle polveri sottili e per il benessere psicologico dei residenti. Ignorarli significa non comprendere il ruolo cruciale che il verde pubblico minore gioca nella costruzione di una città sostenibile e vivibile.
È tempo che l'amministrazione di Perugia prenda atto di questa evidente lacuna e intervenga con urgenza. Non bastano sporadici interventi "tampone" ma è necessaria una strategia a lungo termine che preveda investimenti concreti nella manutenzione, con particolare attenzione ai piccoli spazi che, pur essendo diffusi e numerosi, sembrano essere i più dimenticati.
I cittadini perugini meritano una città non solo bella da visitare, ma anche piacevole da vivere in ogni suo angolo, dal più grande al più piccolo. La cura dei dettagli, inclusa quella del verde urbano minore, è il primo passo per dimostrare un reale impegno verso la qualità della vita e il rispetto per il patrimonio comune.
Giampiero Tamburi (Coordinatore "Perugia Social City"
IL LAMENTO DEL CIMITERO DI PIEVE DI CAMPO
COSÌ È COME DOVREBBE ESSERE:
La
gestione di un cimitero comunale, come quello di Pieve di Campo a
Perugia, comporta sia costi che ricavi per l'amministrazione
comunale. L'obiettivo è spesso quello di garantire un equilibrio
economico-finanziario del servizio.
Ecco
cosa ci guadagna (o può guadagnare) il Comune:
1.
Proventi dalle concessioni:
-
Concessioni
di loculi, cellette ossario e aree per tombe di famiglia: Questa è
la principale fonte di entrata per i cimiteri. I cittadini pagano una
tariffa al Comune per il diritto di utilizzare uno spazio cimiteriale
per un determinato periodo di tempo (generalmente 30 o 99 anni per i
loculi, anche meno per le cellette ossario). Questo denaro serve a
coprire i costi di costruzione e manutenzione delle strutture.
-
Diritti
di utilizzo del suolo: Anche per le tombe a terra, il Comune incassa
una tariffa per l'occupazione del suolo pubblico.
2.
Proventi dai servizi cimiteriali:
-
Diritti
di istruttoria pratiche: Il Comune percepisce una tariffa per la
gestione delle pratiche amministrative relative a sepolture, es
tumulazioni, esumazioni, cremazioni, ecc.
-
Servizi
accessori: In alcuni casi, il Comune può fornire direttamente o
attraverso concessioni a terzi servizi come l'illuminazione votiva,
la pulizia delle tombe, la vendita di fiori, ecc., incassando un
corrispettivo.
- Entrate
per esumazioni ed es tumulazioni: Quando vengono eseguite queste
operazioni, il Comune può applicare delle tariffe.
3.
Manutenzione e sviluppo del patrimonio:
-
Se
la gestione è efficiente e genera un surplus, il Comune può
reinvestire questi proventi nella manutenzione ordinaria e
straordinaria del cimitero (es. rifacimento viali, giardini,
ristrutturazione di cappelle e strutture esistenti) e nella
costruzione di nuovi loculi o aree di inumazione per far fronte alla
domanda futura.
- Questo
garantisce che il cimitero sia sempre in condizioni decorose e
funzionali, un servizio essenziale per la comunità.
4.
Controllo e Regolamentazione:
-
Indipendentemente
dai proventi economici, il Comune ha un ruolo fondamentale nel
garantire il rispetto delle normative igienico-sanitarie e delle
disposizioni di polizia mortuaria. Mantiene il controllo sulla
gestione e sullo sviluppo del cimitero, che è un bene pubblico e un
luogo di memoria e culto.
Cosa
il Comune non "guadagna" nel senso di profitto, ma che è
un obiettivo:
- Copertura
dei costi: Spesso l'obiettivo primario non è il lucro, ma la
copertura dei costi di gestione e investimento del servizio
cimiteriale. I cimiteri sono considerati servizi pubblici a domanda
individuale, e le tariffe dovrebbero tendere a coprire i costi,
inclusi ammortamenti e oneri finanziari.
-
Efficienza
e decoro: Un cimitero ben gestito contribuisce al decoro urbano e
offre un servizio dignitoso alla cittadinanza, aspetto che ha un
valore sociale e civico.
In
sintesi, il Comune di Perugia, gestendo il cimitero di Pieve di Campo
(direttamente o tramite concessione a terzi), trae guadagno dai
proventi delle concessioni e dei servizi, che vengono poi utilizzati
per coprire i costi di gestione, manutenzione e sviluppo del cimitero
stesso, garantendo un servizio essenziale e dignitoso alla comunità.
INVECE COSÌ È LA REALTÀ:
La vera realtà dei fatti, di quel cimitero (manutenzione ecc..), la vedete nelle foto allegate e in più c'è da dire che quest'anno si deve pagare l'energia elettrica, per le lampade votive, con 4 mesi di anticipo rispetto agli anni precedenti che, nella normalità, viene richiesto il loro pagamento alla fine di Novembre (il motivo sarà, forse, perché avranno qualche scadenza da pagare alle ditte che eseguono i lavori delle nuove cappelle e non vogliono anticipare i denari dal bilancio comunale?)!
Giampiero Tamburi (Perugia Social City (Perugia 22 Giugno 2025)
COME NATURA CREA IL COMUNE CONSERVA!
Ma noi cittadini di Perugia ci siamo mai chiesti il perché le nostre lamentele, a parte ascoltate in rarissime occasioni per le quali bisognerebbe indagarne i veri motivi delle loro soddisfazioni, non hanno mai trovato e non trovano tutt'ora, una adeguata risposta?
Sto parlando per quanto riguarda le denunce della cattiva manutenzione delle varie infrastrutture come, tanto per citarne alcune; la mancata manutenzione dei piccoli spazi verdi con l'erba talmente alta che se un padre, una madre o dei nonni vi perdessero i loro pargoli, sarebbe una impresa titanica il ritrovarli. Oppure come (tutte) le strade della città le quali sono ridotte realmente all'osso, tra buche, dossi o cunette, che si rischia di frantumare il mille pezzi le nostre disgraziate autovetture che hanno la sfortuna di passarvi sopra. O ancora la buona parte dei marciapiedi talmente disconnessi o mancanti che per come sono ridotti, portano disagio a tutti ma maggiormente alle persone con disabilità, perché mancanti di rampe di accesso o, ancor più fastidioso, perché le automobili vi fanno ore di sosta impedendone il passaggio pedonale e raramente (per dirla tutta) non vi è nessuno della Polizia Locale che si vede a elevare la giusta sanzione.
Ben s'intende, senza dirlo, che queste problematiche sussistono solo iniziando dalle immediate zone dopo lo splendido centro storico fino al più remoto quartiere ma mai sopra lo stesso centro storico!
E purtroppo, per mancanza di spazio, mi debbo fermare qui anche se l'elenco è molto più lungo e doloroso!
A loro merito ringraziamo, sicuramente, i nostri sindaci e i nostri amministratori che si sono succeduti nel corso degli anni, i quali sono stati capaci di elevare la cultura della città attraverso incontri mirati alla sua storia, all'arte e ad altri argomenti di valore intellettuale che sono stati messi in atto nel tempo e per i quali l' Associazione "Perugia Social City" applaude a piene mani ma ricordando in ogni momento, agli stessi amministratori comunali, passati e presenti, che la buona amministrazione di una comunità inizia sempre dal soddisfare le più immediate necessità per il pieno benessere della medesima o, quanto meno, ad arrivare al massimo punto possibile...e questo, secondo il parere della nostra Associazione, non sembra che ci siano stati sforzi, ne in questo ne in altri tempi passati, che vadano verso questi obbiettivi.
Giampiero Tamburi (Ass. Perugia Social City)
LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE! (Punto e a capo)
Le strade di Perugia sono un disastro!
Questo tutti lo vedono e non è una novità perché questa sgradevole e pericolosa situazione è da molti anni che è in atto!
Ma quello che sanno in pochi è la storia dell'asfalto di via Jacopone da Todi.
Una strada ridotta ai minimi termini che farebbe arrossire di vergogna la Giunta comunale, ammesso che gli interessasse minimamente e avessero la bontà e la voglia di venire a vederla personalmente.
Diceva una mia vecchia professoressa dell'Istituto dove frequentavo le lezioni della mia gioventù; "Ragazzi, non potete pretendere strade come il piano di un biliardo!".
Aveva pienamente ragione ma, c'è una notevole differenza "tra una pioggia regolare e il diluvio universale!" perché, nella via suddetta, è proprio questo che sta succedendo al disgraziato asfalto che non viene rinnovato fin dagli anni '60!
Che ne dite? Sarebbe il caso che la nostra amata Sindaca (o chi per essa) ci farebbe un pensierino sopra?
L'amministrazione uscente già da 2 anni aveva promesso di sistemarla. Addirittura aveva messo anche dei nastri di divieto di sosta per inizio lavori ma poi, visto che in Comune si sentiva odore del cambio di amministrazione, o vuoi per chissà quale altro motivo, tutto è finito a "tarallucci e vino".
Ma ora, vista l'impellente necessità di procedere ad una nuova asfaltatura, cosa dovrebbero fare i residenti per essere ascoltati e soddisfatti nella loro esigenza?
Portare la strada a palazzo comunale non si può e allora scacco matto? No di sicuro!
Forse presentare una petizione, con le firme di tutti i cittadini residenti, per una richiesta di intervento? Buona idea! Se le suppliche dei cittadini trovano una resistenza spietata da chi, da questo orecchio non sente, attrezziamoci per questo e facciamone molta pubblicità sui giornali!
Giampiero Tamburi (Coordinatore Perugia Social City)
L'INFINITO SOTTO IL CIELO DI PERUGIA
Cosa c'è di più infinito a Perugia che la situazione del grave problema della zona di Fontivegge? Credo nulla!
Giustamente le opposizioni di oggi, che erano la maggioranza di ieri, protestano a voce piena, contro la maggioranza di oggi che era l'opposizione di ieri, per la brutta situazione di criminalità che insiste e persiste in quel quartiere della città. E fanno bene!
Come facevano bene a protestare, quelli della maggioranza di oggi quando erano l'opposizione contro la maggioranza di ieri !
Tutto regolare: è il gioco delle parti!
A pensarci bene, tutto questo, mi ricorda quando, da ragazzetto, giocavo a ping-pong nell'Oratorio dei Salesiani in Corso Garibaldi; solamente che allora era un gioco, tra due giocatori, con le racchette e la pallina sul tavolo diviso da una rete mentre, oggi, questo "ping-pong" si gioca sulla pelle dei cittadini di Perugia e sopratutto, su quella dei residenti,
Ora, come ultimo muro di contrasto a questa pericolosa situazione del quartiere, hanno decretato Fontivegge come "Zona Rossa".
Per quattro mesi, a partire de Giugno, divieti e controlli rafforzati per garantire maggior sicurezza!
Dicono che queste azioni sono parte di una strategia più ampia di rigenerazione sociale, culturale ed economica del quartiere.
Cose
grosse dunque (!).
Speriamo
che questa "ennesima" trovata sia risolutiva per togliere il
colore "Rosso" dal quartiere!
Sinceramente ho i miei dubbi
che ciò sia risolutivo per la questione della sicurezza in ballo ma,
al contrario di come si dice, provar non nuoce, se non si riuscisse a
risolvere la questione, ai cittadini nuocerebbe; ed anche parecchio!
Giampiero Tamburi (Coordinatore di "Perugia Social City")

PERUGIA E LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI.
(c'è qualcosa che non torna!)
La TARI? A Perugia è come l'erba dei piccoli parchi: ogni anno cresce e non viene mai tagliata!
E il servizio raccolta rifiuti?
Sempre più scarso ed inefficiente!
Può capitare di vedere contenitori dedicati, colmi a tal punto che non si possono serrare con le apposite chiavi. Ma perché?
È naturale se i contenitori colmi (per qualche giorno) sono 10 in tutta la città!
È naturale se i contenitori colmi (per qualche giorno) sono 100 in tutta la città!
È naturale si i contenitori colmi (per qualche giorno) sono 1000 in tutta la città!
Ma, se questi contenitori, in tutta la città, per molti giorni sono stracolmi c'è qualcosa di fondo che non funziona!
Le possibilità, di questa incresciosa situazione sono due; o i contenitori dei vari utenti sono insufficienti alle loro necessità o la raccolta per lo svuotamento è gestita male o viene fatta ad intervalli troppo dilatati.
Comunque sia, noi cittadini, siamo sempre pronti a giustificare e perdonare la nostra amministrazione, se siamo dalla parte politica di chi ci governa, altrimenti pronti a criticare (giustamente o ingiustamente) il loro operato.
Ma quando la misura è colma allora facciamo delle task force per cambiare le situazioni! Ma con quale risultato? Staremo a vedere!
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)

QUELLI DEL COMUNE DALLA DURA CERVICE!
Se hai tempo e ti metti a cercare delle situazioni simili nel comune di Perugia, tra strade e parcheggi, ne trovi una infinità in quello stato ma, oggi, parliamo del parcheggio del cimitero di Pieve di Campo!
Quel piazzale, antistante e di servizio a quel cimitero, è un esempio lampante di come il nostro comune si comporta quando sarebbe invece opportuno e intelligente asfaltare in toto gli spazi e le strade che gli competono.
Sono anni su anni che fanno lo stesso errore ed ancora non si rendono conto che sbagliando e sbagliando, riescono a bruciare i soldi dei contribuenti senza un utile scopo.
Perché? Presto detto!
Dove sarebbe necessario asfaltare ex novo tutto il piazzale del parcheggio, già da tempo immemorabile, chiudono, con qualche centimetro di bitume, le antiche (nonché numerose) buche di cui è ben fornito il medesimo (come si vede bene dalle foto).
Le quali, naturalmente, non fanno che ritornare al loro stato naturale (di buche) dopo pochissimo tempo che si è speso tempo e denaro, per far finta di ripararle.
Non c'è altro da dire; fuorché constatare l'evidenza del fatto che se insistono a intervenire in questo assurdo modo (e lo fanno in qualsiasi parte del territorio comunale), siamo sempre "daccapo a quindici" ed i cittadini, o chi vi transita che siano tali o no, si troveranno sempre nella necessità di prestare attenzione non tanto al traffico quanto ad essere impegnati in uno "slalom speciale" per dribblare le medesime, onde evitare danni alla propria auto che, naturalmente, il comune sarà sempre pronto a non pagare i danni eventuali!
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)
E LA DIGNITÀ DEI CITTADINI?
La dignità dei cittadini si tutela anche tagliando l'erba nei parchi al momento opportuno.
Il rispetto per gli spazi pubblici e la loro manutenzione è fondamentale per preservare la dignità e il benessere della comunità. Tagliare l'erba anche nei piccoli parchi al momento giusto non è solo una questione di estetica, ma anche di sicurezza e salubrità, permettendo a tutti di godere di aree verdi curate. È un gesto che valorizza il territorio e dimostra attenzione ai bisogni dei cittadini. Credo che siano questi piccoli gesti quotidiani che costruiscono un ambiente piacevole per tutti e che fanno stimare la propria amministrazione comunale per come porta avanti il suo lavoro.
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)
L'ennesimo episodio di criminalità a Fontivegge!
Sotto questo aspetto, Perugia, è davvero inquietante.
Secondo le notizie riportate sui giornali (31 Marzo), una lite tra due uomini, un peruviano e un ecuadoriano, è degenerata in violenza, con l'uso di un machete. Il peruviano ha riportato una ferita al volto, mentre l'ecuadoriano è stato disarmato e denunciato. Questo evento si inserisce in un contesto di tensioni crescenti nella zona, già, come chi abita a Perugia conosce benissimo, segnalata per episodi di degrado, insicurezza e criminalità più o meno gravi.
Questi fatti sollevano domande importanti sulla sicurezza pubblica e sulla necessità di interventi più incisivi per prevenire simili episodi.
Non credo che si possa parlare di una "condanna divina." La criminalità a Fontivegge, come in altre aree urbane, è spesso il risultato di fattori complessi: disuguaglianze sociali, mancanza di opportunità, e talvolta una gestione inefficace delle risorse pubbliche. Piuttosto che una maledizione, è una sfida che richiede soluzioni concrete e collaborative.
Da come questi incresciosi episodi si protraggono nel tempo e di come, i vari sindaci che sono passati da parecchi anni a questa parte, non siano stati capaci di migliorare il suo stato, anche se i medesimi si sono impegnati in tal senso mettendoci la loro faccia, sembra quasi che si possa parlare di una "condanna divina." ma la realtà della criminalità a Fontivegge, come in altre aree urbane, sappiamo benissimo che è il risultato di fattori complessi: disuguaglianze sociali, mancanza di opportunità, e talvolta una gestione inefficace delle risorse pubbliche. Piuttosto che una maledizione è, sostanzialmente, una sfida che richiede soluzioni concrete e collaborative.
Ed allora, i nostri politici comunali, cercassero altre strade da percorrere in tal senso magari, se ci riescono, lasciando da parte le proprie posizioni politiche di partito o critiche, non costruttive, alle loro opposizioni e forse, con questi presupposti, riusciranno a dare concrete soluzioni al problema.
Giampiero Tamburi (Perugia Social City)
Perugia È!
Una
buona amministrazione comunale si fonda sulla capacità di rispondere
in modo efficace e tempestivo ai bisogni immediati dei cittadini.
Questo approccio implica una serie di azioni e principi
chiave:
Ascolto
attivo:
L'amministrazione
deve essere costantemente in contatto con la comunità, attraverso
incontri pubblici, sondaggi, e canali di comunicazione aperti, per
comprendere le esigenze e le preoccupazioni dei cittadini.
Priorità
ai servizi essenziali:
Garantire
l'efficienza e l'accessibilità dei servizi fondamentali, come la
raccolta dei rifiuti, la manutenzione delle strade, l'illuminazione
pubblica, e l'assistenza sociale.
Rapidità
di intervento:
Rispondere
prontamente alle emergenze e ai problemi segnalati dai cittadini,
dimostrando reattività e capacità di risoluzione.
Trasparenza
e comunicazione:
Informare
i cittadini sulle attività dell'amministrazione, sulle decisioni
prese, e sulle risorse disponibili, promuovendo la partecipazione e
la fiducia.
Collaborazione
con la comunità:
Coinvolgere
i cittadini e le associazioni locali nella pianificazione e
nell'attuazione di progetti e iniziative, valorizzando le competenze
e le risorse del territorio.
Sostenibilità:
Le
amministrazioni devono anche tenere conto delle necessità future,
quindi devono pianificare la sostenibilità dei servizi.
In
sintesi, una buona amministrazione comunale si impegna a costruire un
rapporto di fiducia con i cittadini, basato sull'ascolto, sulla
trasparenza, e sulla capacità di rispondere in modo concreto alle
loro esigenze.
Giampiero Tamburi (Creator digitale)
VIA JACOPONE DA TODI? L'ULTIMA VIA DELLA CITTÀ!
Alla cortese (ma forse anche doverosa) attenzione della Signora Vittoria Ferdinandi, Sindaco si Perugia.
Nelle foto a corredo è evidenziato lo stato pietoso in cui versa l'asfalto di via Jacopone da Todi.
Una via che sembra dimenticata dalle Amministrazioni del nostro Comune.
Perché dimenticata? Presto detto!
L'asfalto che vide la luce, per la prima volta in quella via, risale, addirittura, al 1963 e da allora si sono solo visti interventi con una quantità di asfalto davvero ridicola e solo nelle "voragini" che il tempo ci regalava (e ci regala) o solamente nel caso che furono effettuati lavori, tipo tubazioni per il gas ecc…
Poi, finalmente, a Febbraio dell'anno scorso (2024), l'Amministrazione Romizi, promise una totale asfaltatura ma solamente della fine della strada (la più disastrata da come si vede nelle foto): in effetti gli ultimi cento metri.
Addirittura mettendo cartelli di divieto di sosta dove dovevano essere effettuati i lavori.
Ho detto "dovevano" perché, naturalmente, tutto venne dimenticato. Dimenticato forse perché erano tempi di rinnovo del primo cittadino e per altro non c'era tempo (!) e i poveri residenti non videro il ben che minimo realizzo e tutto restò tale e quale!
Per ciò; fermo restando la "dimenticanza" dell'Amministrazione passata, i suddetti cittadini residenti si chiedono se anche la nuova Amministrazione resta nelle posizioni della vecchia o se, volesse il caso, facendoci mente locale, un pensierino provvedendo alla sua sistemazione (magari quanto prima)!
Giampiero Tamburi (Creator digitale)